Reazione della Commissione europea agli annunci del Consiglio federale svizzero

La Commissione europea rispetta il desiderio del Consiglio federale di consultare tutti i portatori di interessi in merito all'accordo sul quadro istituzionale prima di presentarlo formalmente all'Assemblea federale, così da ottenere per il testo il più ampio sostegno possibile. Teniamo a sottolineare con forza che il testo finale pubblicato oggi, allegato e protocolli compresi, è stato concordato fra i negoziatori dell'UE e della Svizzera e rappresenta lo sbocco di un processo negoziale lungo, intenso e costruttivo. Seguiremo da vicino l'evoluzione, auspicando una consultazione rapida e dall'esito positivo che permetta di poggiare le relazioni tra l'UE e la Svizzera su un fondamento istituzionale solido. Rammentiamo che l'UE ha investito tempo, fatica e buona volontà politica nel processo negoziale: il Presidente Juncker ha parlato personalmente 23 volte con quattro presidenti svizzeri; i cicli di negoziato a livello tecnico sono stati 32; dal gennaio scorso il Commissario Hahn ha tenuto con l'omologo svizzero, Consigliere federale Cassis, sette incontri, inframezzati da numerose conversazioni telefoniche. L'UE ha dato inoltre prova di disponibilità nell'affrontare e superare le questioni che preoccupavano i partner svizzeri. Sempre nel rispetto degli interessi degli Stati membri, l'UE si è dimostrata estremamente flessibile, in particolare nella ricerca di una soluzione per la composizione delle controversie e riguardo alle cosiddette "misure di accompagnamento" da parte svizzera. Il testo pubblicato oggi è il miglior risultato possibile negoziato tra le due parti. La Commissione dovrà ora discutere e ponderare la situazione, anche per quanto riguarda la decisione di equivalenza relativa alla Borsa svizzera, vagliando le opportune tappe successive. Di questi sviluppi il Collegio discuterà nella riunione di martedì (11 dicembre). Proroga delle misure transitorie per i lavoratori croati La Commissione europea deplora la decisione della Svizzera di prorogare oltre gli iniziali due anni le misure transitorie applicabili ai lavoratori subordinati e autonomi croati. La decisione è particolarmente infausta in quanto non trova giustificazione in nessun aumento repentino del numero di lavoratori croati in Svizzera. Invitiamo le autorità svizzere a vagliare l'ipotesi di abbreviare il periodo di applicazione delle misure transitorie, in particolare alla luce degli indubbi vantaggi economici derivanti dalla libera circolazione dei lavoratori tra l'UE e la Svizzera. Contributo per la coesione La Commissione europea auspica che il Parlamento svizzero approvi quanto prima il finanziamento destinato alla politica di coesione. In quanto conseguenza naturale dell'accesso della Svizzera al mercato unico, riteniamo che il contributo debba essere proporzionato ai vantaggi sostanziali che la Svizzera trae dalla partecipazione a tale mercato.